I falsi miti degli antivivisezionisti sui farmaci e la ricerca sperimentale.

Comunemente gli animalisti proclamano i presunti danni e la pericolosità di alcuni farmaci, a dimostrazione della inutilità della sperimentazione animale, che non avrebbe garantito la sicurezza per l'uomo. Si passa da invenzioni che riflettono solo l'ignoranza di come si svolge la ricerca farmacologica, a vere e propre menzogne che pretendono addirittura l'avallo di veri articoli scientifici, fraintesi ad arte. La citazione di affermazioni fuori dal loro contesto è comune da parte degli animalisti per dare l'illusione che qualche famoso scienziato si sia opposto alla sperimentazione animale, oppure che il progresso della scienza medica non si sia svolto con l'essenziale contributo della sperimentazione animale come è effettivamente stato.

Persino testi come "Animal Liberation" di Peter Singer, comunemente citato come una "bibbia" degli animalisti, riportano una simile disonestà intellettuale. Nel capitolo "Tools for Research", dove Singer documenterebbe le sue critiche all'impiego degli animali nella ricerca biomedica, sono riferite numerose note che darebbero ragione della scelta animalista. Tale documentazione è stata oggetto di ricerca in un lavoro di Sharon M. Russel e Charles S. Nicoll, che ha tristemente messo in evidenza la falsità, la parzialità e le distorsioni di Singer, ancora più sorprendenti se si considera che costui si presenta come un filosofo studioso di morale ed etica.

Di tutte queste "prove" contro la sperimentazione animale, nel gioco delle successive citazioni, nel corso degli anni, spesso si sono persi i riferimenti originali, e restano solo delle vere e proprie "leggende urbane" il cui contenuto non viene mai messo in discussione, quasi si trattasse di una Verità rivelata. Si tratta invece di un'opera di disinformazione grossolana e facilmente smentibile. Quando possibile, si troverà qui la fonte iniziale da cui il mito ha avuto origine, e la sua confutazione, arricchita da note bibliografiche precise.