La penicillina
"Se la penicillina fosse stata testata sulle cavie di laboratorio (nelle quali è talmente tossica da risultare letale) non sarebbe mai stata utilizzata nell'uomo."
La penicillina, un farmaco del quale gli animalisti non hanno avuto il coraggio di negare l'efficacia, sarebbe la riprova delle differenze biologiche tra le specie che renderebbero vano il ricorso alla sperimentazione sugli animali. In realtà la penicillina non è dannosa per le cavie e i criceti, se somministrata in dosi (rapportate al peso corporeo) paragonabili a quelle impiegate nell'uomo: ad esempio, la somministrazione locale di penicillina sulle ferite infette delle cavie produce la guarigione degli animali2. Le cavie reagiscono però alla somministrazione orale di dosi elevate di questo antibiotico nello stesso modo di alcuni pazienti sottoposti a terapie iniettive di lunga durata3: l'effetto di alterazione della penicillina sulla normale flora batterica intestinale determina l'evoluzione di una forma di colite per la quale è responsabile nell'uomo e nella cavia lo stesso agente microbico, il Clostridium difficile, che può causare una forma di colite grave sino ad essere letale.
Invece la vera storia della scoperta della penicillina include, ovviamente, l'impiego risolutivo degli esperimenti sugli animali. Avendo provato la sua efficacia in vitro, lo stesso Fleming nel lavoro originale del 1929 in cui comunicava la sua scoperta si preoccupò di testare sul coniglio l'antibiotico, dimostrandone la completa innocuità1. Ma gli esperimenti sull'uomo furono fonte di grande delusione: la penicillina non sembrava efficace per curare le infezioni nei pazienti. Così, dopo due o tre anni, Fleming "dimenticò" la sua scoperta: dovettero trascorrere più di 13 anni dalla prima pubblicazione prima che l'antibiotico venissi reinventato dalle richerche di Florey e Chain, che si preoccuparono di identificare, isolare e purificare il principio attivo, di testarlo sugli animali ed infine di verificarne l'efficacia sull'uomo4,5,6,7 . In seguito, nel 1945, Fleming, Florey e Chain furono premiati con il Nobel per la medicina per la loro straordinaria scoperta.